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Le banche non sono più obbligate a specificare nel dettaglio il regime di capitalizzazione degli interessi all’interno del contratto.
Con la sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione n. 15130 (pronunciata a fine maggio 2024) si è finalmente chiarito un dubbio giurisprudenziale relativo ai contratti di mutuo con piano di ammortamento alla francese. In sostanza, la Corte ha stabilito che la mancata indicazione delle modalità di ammortamento e del regime di capitalizzazione composto degli interessi debitori non comporta la nullità parziale del contratto.
Le ragioni suggerite dalla Cassazione sono esplicite. L’omissione del dettaglio del regime di capitalizzazione degli interessi nel contratto non viola le norme sulla trasparenza né rende poco chiaro l’oggetto del contratto. Di conseguenza il metodo di ammortamento alla francese non genera la fattispecie di anatocismo illecito. Questo perché gli interessi sono calcolati sull’intero capitale erogato e non sugli interessi maturati.
La sentenza ha poi confermato che gli interessi possono essere esigibili prima della scadenza del capitale. Una pronuncia fondamentalmente in linea con l’articolo 821 del Codice Civile.
Gli istituti di credito possono dunque continuare a sfruttare il piano di ammortamento alla francese senza dover affrontare accuse di anatocismo illecito. Nulla di sorprendente… Tale metodo era in realtà da parecchio tempo consolidato. La novità è rappresentata dal fatto che la giurisprudenza ha confermato la legittimità del comportamento solito delle banche.
Il piano di ammortamento alla francese non è altro che una consuetudine di rimborso di un prestito o di un mutuo con rate costanti per tutta la durata del contratto. Ogni rata è però composta da due parti. C’è una quota capitale e poi c’è la cosiddetta quota interessi. La quota capitale aumenta progressivamente. Invece, la quota interessi diminuisce nel tempo. Bisogna tuttavia sottolineare che gli interessi vengono calcolati sul capitale residuo. Per tale ragione, all’inizio del mutuo si pagano soprattutto gli interessi. Poi, più si va avanti con il finanziamento e più sale la quota capitale.
La sentenza citata sottolinea che per chi stipula un mutuo è importante conoscere il funzionamento del piano di ammortamento, ma non è determinante che il contratto riveli o spieghi i tecnicismi del regime di capitalizzazione.
Ma, per il mutuatario, quanto contano in definitiva le indicazioni precise sul regime di capitalizzazione? Per esempio: gli conviene sapere se tale regime è semplice o composto? In realtà, gli occorre principalmente poter valutare che il piano di ammortamento sia trasparente. Il contratto deve permettergli di capire come si calcola la sua rata. Tutto qua.
Esperto di economia e finanza con una competenza consolidata nella redazione di articoli su temi economici, fiscali e finanziari.
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