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Il credit gender gap rappresenta il divario di genere nel mercato dei mutui e dei prestiti personali. Ancora oggi, è forte la distanza.
In Italia, le donne richiedono e ottengono pochi finanziamenti rispetto agli uomini. Il gap registrato nel 2023 è stimato attorno ai 68 miliardi di euro. E le donne hanno ricevuto meno del 20% del credito totale erogato da banche e istituti di credito. Agli uomini, invece, è stato concesso oltre il 34%. Resta un 45% che riguarda i finanziamenti cointestati. Ma, ovviamente, quando si parla di crediti cointestati, non bisogna pensare che tali finanziamenti siano destinati all’autonomia economica delle donne…
I dati arrivano da un’analisi compiuta dalla FABI, la Federazione autonoma bancari italiani. Secondo l’ultima ricerca il credit gender gap nel nostro Paese è ancora troppo evidente, specie in alcune Regioni. Il divario fra generi aumenta al Sud, anche se in tutto il Paese le donne partecipano in quota minore al mercato del credito.
L’analisi compiuta dalla FABI si basa sulle ultime statistiche della Banca d’Italia. Il quadro è chiaro: le donne italiane accedono al 19,98% dei fondi erogati tramite mutui, prestiti personali e finalizzati. Le percentuali più basse di credito concesso alle donne si registrano in Campania, Puglia e Sicilia, dove il credito femminile non supera mai il 20%. In Campania, solo il 16,75% dei finanziamenti erogati finisce a consumatrici e mutuatarie donne.
Anche in Veneto la percentuale è sotto il 20%. Le Regioni con percentuali più alte sono la Valle d’Aosta, la Sardegna e il Lazio. In Valle d’Aosta, per esempio, le donne “raccolgono” il 25% circa dei finanziamenti per credito al consumo. Il Sardegna, la percentuale è del 23,4%. Nel Lazio del 23% circa.
Questi dati rivelano che qualcosa, nel nostro Paese, non funziona. A livello culturale, principalmente. Ma anche dal punto di vista creditizio. Dato che sono i creditori tradizionali a essere spesso poco attrattivi per le donne. Anche lo Stato dovrebbe forse pensare a misure ad hoc per ridurre il divario di genere nell’accesso al credito bancario.
Il vero problema è quello del reddito. Le donne hanno ancora redditi in media più bassi e contratti di lavoro più precari rispetto agli uomini. E tale situazione, evidentemente, riduce la loro capacità di accesso al credito. Inoltre, per molte donne c’è ancora scarso potere contrattuale.
Per risolvere un simile gap bisogna innanzitutto investire in programmi di educazione finanziaria. Dopodiché è fondamentale che i creditori comincino a offrire finanziamenti agevolati, magari con piani di supporto mirati per le donne imprenditrici. Così come sottolinea la FABI nella sua ricerca “la disparità di genere trova conferma anche nel credito bancario”. E, infatti, agli uomini va quasi il doppio dei finanziamenti rispetto alle donne.
Il divario tra donne e uomini viene a galla pure nell’analisi di genere dei titolari dei prestiti. 4,7 milioni di consumatori hanno richiesto e ottenuto dei finanziamenti nel 2023. Di questi, 1,9 milioni erano uomini, 1,1 milioni donne. E per le cointestazioni si parla di 2,8 milioni circa.
Esperto di economia e finanza con una competenza consolidata nella redazione di articoli su temi economici, fiscali e finanziari.
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