
TAN da 7,35%, TAEG da 7,68%. Importi fino a € 60.000 in 120 mesi.
La Nuova Sabatini è l’agevolazione promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per aiutare le piccole aziende ad avere prestiti.
L’accesso al credito per le PMI è spesso complicato. Le banche chiedono infatti garanzie elevante. E, quando concedono un prestito, il più delle volte lo fanno secondo parametri assai rigidi, dunque poco convenienti e funzionali per rispondere alle esigenze di flessibilità delle aziende più piccole. E tutto ciò a fronte di tassi di interesse alti e spese accessorie fuori controllo. PMI hanno bisogno di flessibilità, ma il sistema bancario tradizionale impone criteri rigidi per la concessione di prestiti.
Lo Stato interviene dunque per supportare chi ha bisogno di fondi per crescere. L’obiettivo della misura è appunto quello di sostenere degli investimenti strategici in macchinari, impianti o attrezzature. E, in generale, in beni strumentali a uso produttivo. Quindi anche hardware, software e tecnologie digitali varie. La misura, introdotta nel 2013, è specificatamente destinata alle PMI italiane che hanno necessità o intenzione di investire in beni strumentali per migliorare la propria competitività.
L’accesso alla Nuova Sabatini è dunque possibile ad aziende regolarmente costituite e iscritte al Registro delle imprese che non operano nel settore bancario, finanziario o assicurativo. Ovviamente serve anche una sede operativa attiva in Italia. L’altro requisito fondamentale è non rientrare tra i soggetti che hanno ricevuto e, poi, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione Europea. Le aziende interessate all’agevolazione devono altresì non trovarsi in condizioni tali da risultare in difficoltà.
Le imprese interessate devono innanzitutto richiedere un finanziamento presso una banca, un creditore online o un intermediario convenzionato. Poi si tratta di presentare domanda per la misura attraverso la piattaforma ufficiale del Ministero. Il sito è benistrumentali.dgiai.gov.it. Ed è lì che bisogna appunto compilare una nuova domanda di contributo o gestire quelle già presentate.
A quel punto è richiesto che l’investimento sia attuato materialmente entro un anno dalla stipula del prestito. Oltre all’acquisto diretto di beni, con la Nuova Sabatini è possibile anche acquisire in leasing i supporti necessari all’attività. Inoltre è anche possibile richiedere finanziamenti per la capitalizzazione. La misura si chiama appunto Nuova Sabatini Capitalizzazione. Qui l’obiettivo è realizzare un programma di investimento più flessibile, con cui poi prendere macchinari, attrezzature e impianti.
Per la Nuova Sabatini Capitalizzazione, i richiedenti devono muoversi per aziende costituite in forma di società di capitali impegnate in un processo di capitalizzazione. Tali PMI non devono però annoverare tra gli amministratori o i soci persone condannate con sentenza definitiva o decreto penale di condanna.
Il processo parte dal momento in cui l’azienda decide di aumentare il capitale sociale seguendo le regole previste dalla misura. Dopodiché la PMI presenterà al creditore una domanda di finanziamento e, contemporaneamente, richiederà il contributo ministeriale, dimostrando di rispettare tutti i requisiti richiesti.
Il creditore, a questo punto, controllerà che tutti i documenti siano in ordine e trasmetterà al Ministero la richiesta di risorse. Poi il Ministero conferma se ci sono fondi o meno disponibili. E se sì, darà il via libera alla concessione del finanziamento. Quindi, entro un mese dalla concessione del contributo, l’impresa dovrà ufficializzare l’aumento di capitale con le modalità richieste.
Esperto di economia e finanza con una competenza consolidata nella redazione di articoli su temi economici, fiscali e finanziari.
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