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Nel mercato italiano le criptovalute non sono ancora riconosciute come garanzia ufficiale per ottenere un mutuo dal sistema creditizio tradizionale.
Eppure, non mancano le società specializzate e le piattaforme fintech che offrono finanziamenti per acquistare la casa con garanzia data dal possesso di criptovalute. Da un punto di vista finanziario, si può parlare di un prodotto abbastanza di nicchia, dai rischi elevati e dai requisiti poco competitivi. Ma all’estero qualcosa sta cambiando. Negli USA, per esempio, si lavora concretamente per l’integrazione delle criptovalute nella finanza tradizionale.
E, presto, chi ha investito nel mercato crypto, potrebbe far valere i propri asset anche per l’accesso al credito. Tutto ciò a fronte di una novità normativa che rappresenta anche un’importante novità culturale. L’amministrazione Trump, attraverso la FHFA (la Federal Housing Finance Agency, l’ente federale che supervisiona il mercato dei mutui) ha avviato un processo per riconoscere le criptovalute come asset validi nella valutazione del rischio per i mutui immobiliari.
Ciò significa che, fra qualche mese, chi possiede delle criptovalute potrebbe utilizzarle come garanzia per ottenere un mutuo, senza doverle convertire in dollari. Tale possibilità dovrebbe valere solo per le criptovalute conservate su exchange regolamentati negli USA. Dunque la moneta digitale sarà considerata nel calcolo del patrimonio del richiedente per un finanziamento.
Mutuo garantito dal possesso di criptovalute, la novità di Trump
La FHFA, su impulso diretto di Donald Trump, è ora chiamata a sviluppare dei sistemi di valutazione del rischio che tengano conto della volatilità delle crypto. E non sarà facile. Innanzitutto perché tutte le monete digitali, anche le più note (come Bitcoin o Ethereum), possono perdere o guadagnare decine di punti percentuali in pochi giorni. Da un punto di vista finanziario, l’asset è considerato instabile e quindi poco inquadrabile come garanzia dal mercato creditizio.
Le concessioni dei mutui si basano ovunque e da sempre su analisi predittive a lungo termine. Ecco perché le banche tradizionali guardano con sospetto o con imbarazzo a degli asset su cui ci sono solo pochi dati a disposizione. Facciamo un esempio concreto… In un mutuo tradizionale, se il mutuatario non paga le sue rate la banca può rifarsi mettendo all’asta la casa posta in garanzia, oppure potrebbe rivalersi sugli asset liquidi del richiedente.
Convertire le criptovalute in denaro corrente potrebbe non solo richiedere tempo ma anche comportare perdite impreviste. Bisogna infatti mettere in conto il rischio, sempre possibile, di un crollo del valore delle crypto dopo l’approvazione del mutuo. In questo senso, un contratto di finanziamento con garanzia crypto potrebbe essere possibile solo con tassi più alti o con garanzie accessorie. Infine, c’è anche un problema di natura legale. Le leggi sulla cripto-tassazione, sul riciclaggio e sulla tracciabilità non sono ancora ben definite neanche negli USA. Mancano quindi le basi giuridiche e le tutele sia per il creditore che per i richiedenti.
Esperto di economia e finanza con una competenza consolidata nella redazione di articoli su temi economici, fiscali e finanziari.
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