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Dopo un periodo di calo e di ottimismo generale, i tassi dei mutui tornano a crescere. Ad aprile 2025, il tasso medio è arrivato al 3,29%.
Che cosa sta succedendo? Nei mesi scorsi si era parlato di un possibile pareggio fra tassi fissi e variabile. O comunque di un effettivo risparmio per i mutuatari. E, invece, ad aprile, per i mutui per l’acquisto di abitazioni, il tasso è salito al 3,29%. Cioè a una quota sostanzialmente pari a quella di settembre 2024, quando la crisi era ancora evidente.
L’aumento, a livello tecnico, dipende dall’incremento del tasso IRS. La variabile che rappresenta il costo del denaro per le banche. Quindi, nonostante i continui e costanti tagli operati dalla Banca Centrale Europea, sembra che i tassi sui mutui siano destinati a salire. Con il 3,29% di aprile 2025, le previsioni appaiono oggi poco conformanti. L’ultimo taglio dei tassi da parte della BCE è avvenuto il 17 aprile 2025, con la solita riduzione di 25 punti base…
Quel taglio ha portato il tasso sui depositi dal 2,5% al 2,25%. Invece, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali è sceso al 2,4%. E quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale si è fermato al 2,65%. Sembra però che il mercato abbia già assorbito queste riduzioni. E che l’incertezza sia più forte degli interventi diretti della Banca Centrale tesi a stimolare l’economia dell’Eurozona.
L’Interest Rate Swap, cioè l’IRS, che è il parametro di riferimento per i mutui a tasso fisso, era già aumentato a marzo. E ciò ha influenzato il costo dei finanziamenti per l’acquisto di una casa. A quel punto la BCE ha abbassato di nuovo i tassi ufficiali, ma l’IRS ha continuato con la sua salita. Il risultato è che i mutui, oggi, sono molto più costosi del previsto.
Il motivo di questi aumenti è noto. Dipende dalle tensioni commerciali globali. O, più precisamente, dalle minacce di dazi imposti dagli Stati Uniti. Trump potrebbe tornare a parlare di tariffe doganali al 50% per alcuni prodotti europei. Una prospettiva che spaventa le banche (e stimola la speculazione di chi è abituato a giocare con simili tensioni). E così scopriamo che i tassi non scendono… Addirittura salgono.
Fino a un mesetto fa, con il tasso Euribor a 3 mesi sceso al 2,13%, si pensava che si sarebbe potuti scendere sotto la soglia del 2% entro settembre. C’era chi scommetteva su un tasso variabile all’1,8% entro l’autunno. I sette tagli consecutivi operati dalla BCE a partire dal giugno 2024, unito all’azione delle banche che hanno abbassato lo spread sui mutui variabili, aveva poi portato a immaginare un pareggio tra fisso e variabile.
E infatti, secondo i dati ufficiali, la domanda di mutui è cresciuto del 22% circa nel primo trimestre 2025. Ora però il mercato sta reagendo negativamente. E la risalita spaventa i mutuatari. Difficile prevedere cosa succederà.
Esperto di economia e finanza con una competenza consolidata nella redazione di articoli su temi economici, fiscali e finanziari.
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