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Il Correttivo Ter (D.Lgs. 136/2024) e la Direttiva 2024/1385 dell’UE hanno introdotto fondamentali novità per combattere la violenza finanziaria.
Quando si parla di violenza contro le donne si è soliti pensare alla violenza domestica. Ovvero a una grave forma di discriminazione di genere connessa ad atti gravi e ripetuti in grado di causare danni fisici e psicologici all’interno di un contesto familiare o affettivo. Tale violenza può essere anche economica. Ecco perché si parla di “violenza finanziaria“.
A tal proposito la Direttiva UE 2024/1385 ha rafforzato il quadro normativo per prevenire e combattere tutte le possibili forme di violenza domestica, includendo esplicitamente la “violenza economica” come fattispecie di abuso. Parliamo di un tipo di violenza che si attua attraverso il controllo coercitivo delle risorse finanziarie. Oppure con il divieto di lavorare o di studiare. E ancora: con l’occultamento di debiti a nome della vittima.
Il Correttivo Ter ha invece semplificato le procedure per le vittime di violenza economica e finanziaria, rendendo più accessibili i meccanismi di protezione e giustizia. Nel concreto, una persona inibita nella propria libertà finanziaria all’interno del contesto familiare o gravata da debiti causati da abusi da parte del partner può richiedere l’aiuto dello Stato.
In tal senso sono stati istituiti dei fondi specifici per aiutare le vittime a recuperare l’autonomia economica. Aiuti concreti, sotto forma di contributi economici, che possono essere sfruttati per coprire le spese legali, per cominciare un percorso di formazione professionale e per ottenere supporto psicologico.
Inoltre, sia a livello nazionale che comunitario, si punta a promuovere l’educazione finanziaria come strumento di prevenzione. Il punto è aiutare le persone vittime di violenza finanziaria a riconoscere il problema e poi ad affrontare ogni possibile situazione di abuso, anche economico.
La già citata direttiva europea prevede, per esempio, nuove campagne di sensibilizzazione e programmi di formazione per operatori sociali, forze dell’ordine e professionisti legali. L’obiettivo è quello di mettere in evidenza un problema che riguarda migliaia di persone e spesso sottovalutato o tollerato. Tutto ciò per poter fornire reale tutela delle vittime e per dare inizio a una vera lotta contro questa forma di violenza.
La violenza economica o finanziaria si esplica in tutte quelle azioni compiute da un compagno, un coniuge o un convivente che puntano a impedire, limitare o controllare l’accesso di una persona alle risorse finanziarie. Oltre a manifestarsi nell’ambito delle relazioni di coppia o familiari, tale violenza può svilupparsi anche in contesti lavorativi.
E una delle espressioni più diffuse di questa violenza è l’occultamento di debiti. Oppure la stipula di finanziamenti a nome della vittima. In questi casi si parla di una fattispecie ad hoc: l’infedeltà finanziaria. Agire per difendersi significa evitare di subire la perdita d’autonomia e di rischiare oltre all’emarginazione sociale anche il pericoloso fenomeno dell’accumulo di debiti.
Esperto di economia e finanza con una competenza consolidata nella redazione di articoli su temi economici, fiscali e finanziari.
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