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La delibera del mutuo ha una validità limitata. Se non viene utilizzata entro i termini previsti, sono guai. Ovviamente per il richiedente.
Ogni delibera di mutuo ha una sua forza ma anche una durata limitata. Come succede spesso per quanto concerne gli accordi finanziari, meglio non sottovalutare il potere della burocrazia… soprattutto quando scade. Per delibera si intende quell’atto con cui la banca o il creditore in generale, dopo aver valutato la situazione reddituale e l’immobile da acquistare, approva formalmente l’erogazione del finanziamento.
L’atto in sé ha una validità transitoria. Vale a dire che non è eterno. La delibera rivela infatti una validità temporale che varia in genere dai tre a sei mesi, a seconda dell’istituto o del referente creditizio. La domanda è: perché scade? Fondamentalmente perché le condizioni economiche, reddituali e patrimoniali possono cambiare.
Un finanziamento può essere concesso a un certo richiedente, a un certo tasso e per una certa somma finché vengono rispettati alcuni presupposti chiave. E dato che il mercato del credito va incontro a fluttuazioni costanti, così come quello del lavoro e quindi del reddito, ogni banca ha il diritto o la necessità di rivedere le proprie decisioni se il tempo passa. E, soprattutto, se le condizioni alla base dell’accordo mutano.
Quindi, se si lascia che la delibera del mutuo scada, il processo potrebbe dover essere avviato nuovamente. Cioè, bisognerà partire con una nuova richiesta. In termini pratici, il finanziatore dovrà provvedere a una nuova istruttoria. Di conseguenza, il richiedente dovrà di nuovo presentare tutta la documentazione aggiornata rispetto al proprio reddito e all’immobile. Buste paga, visure, perizie… tutto da aggiornare!
Inoltre, è molto probabile che l’accordo scaduto non sarà preservato nelle sue condizioni qualora dovesse esserci una nuova delibera. Con la nuova domanda, possono infatti mutare i tassi d’interesse, gli importi e le garanzie.
Chi ha ottenuto la delibera, dunque, non dovrebbe perdere tempo. E per non rischiare dovrà organizzare subito il rogito, mettere in contatto notaio e venditore. Si tratta di chiudere ogni operazione relativa all’acquisto e alla firma del finanziamento prima che la validità scada. Altrimenti, si rischia sul serio di dover ricominciare tutto da capo… e magari con condizioni meno favorevoli.
Non è sempre facile agire con l’opportuna sveltezza. Anche se banca riconosce un richiedente come mutuatario idoneo, sta poi al privato compiere il passo successivo. E, spesso, indipendentemente dalla propria volontà, quel passo tarda ad arrivare. Possono, per esempio, sorgere problemi con l’immobile… Capita di frequente che il mutuatario abbia ottenuto la delibera, ma l’immobile non sia ancora pronto. Può anche capitare che il venditore cambia idea o che chieda più tempo. Altre volte i ritardi dipendono dal compromesso o dal rogito. Peggio ancora, sorgono problemi catastali o ipotecari.
Bisogna, a ogni modo, organizzarsi e cercare di battere sul tempo ogni possibile imprevisto. Il primo passo da fare è quello di informarsi con il creditore quale sia la scadenza della delibera. Tre mesi, in effetti, possono risultare un intervallo temporale troppo ridotto.
Esperto di economia e finanza con una competenza consolidata nella redazione di articoli su temi economici, fiscali e finanziari.
Collabora regolarmente con testate online autorevoli come BlitzQuotidiano.it e Lamiapartitaiva.it, offrendo ai lettori approfondimenti chiari e dettagliati su argomenti complessi quali prestiti, gestione del denaro, normative fiscali e strategie per l’ottimizzazione delle risorse economiche.
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