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Come previsto la Banca Centrale Europea ha effettuato un nuovo taglio dei tassi di interesse di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 2%…
Con il taglio del 5 giugno 2025, è sceso anche il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali: ora è al 2,15. Il tasso sui prestiti marginali è invece a quota al 2,40%, Tali percentuali rappresentano però dei riferimenti poco comprensibili per i consumatori, anche se la loro riduzione influenza anche il costo dei prestiti e dei mutui. I tassi della BCE, come abbiamo più volte spiegato anche su questo blog, riescono ad avere un impatto sui mutui principalmente attraverso l’Euribor. Ovvero l’indice di riferimento per i mutui a tasso variabile.
Ogni volta che la BCE abbassa i tassi, l’Euribor tende a scendere. Di conseguenza si apre la possibilità concreta di una riduzione dell’importo delle rate per chi ha un mutuo variabile. Con il recente taglio di giugno, il TAN medio dei mutui variabili a 20 e 30 anni è passato dal 2,83% al 2,58%. Ciò ha dunque portato a una riduzione della rata mensile di circa 18 euro per un mutuo da 140.000 euro. Rispetto a gennaio 2025, il risparmio mensile è pari a ben 80 euro. E se consideriamo il costo della rata di un anno fa, il risparmio arriva a sfiorare i 160 euro: la rata è infatti scesa di 159 euro.
Il tasso sui depositi (ora al 2%) è la percentuale di interesse che la banca centrale paga alle banche commerciali. Per cosa? Per i fondi che esse depositano appunto nella BCE. E il tasso sui depositi influisce indirettamente sui mutui perché concerne in generale la politica monetaria che regola il costo del denaro. Ogni volta che la BCE abbassa il tasso sui depositi, le banche sono incentivate a mettere in commercio i loro fondi… Se la BCE paga pochi interessi, per un istituto di credito è meglio prendere quei soldi e prestarli a famiglie e imprese. Ed è così che si arriva, per via indiretta, a una riduzione dei tassi di interesse sui finanziamenti (inclusi i mutui a tasso variabile, che seguono l’andamento dell’Euribor).
Per i mutui a tasso fisso, invece, l’impatto è meno diretto. Perché? Perché i mutui a tasso fisso seguono gli indici Eurirs, che dipendono da fattori economici più ampi e complessi. In pratica, si tratta di indici che non dipendono solo dalle decisioni della BCE.
L’intervento della Banca Centrale Europea avrà comunque un impatto importante su tutte le rate dei mutui. Specialmente per i mutui a tasso variabile. Secondo vari analisti, per un mutuo da 140.000 euro con durata ventennale, la rata mensile si alleggerirà di 18 euro, passando da 765 a 747 euro. E così si avrà un risparmio totale di oltre 4.000 euro!
Rispetto a un anno e mezzo fa, cioè al periodo in cui il tasso sui depositi era al suo massimo, il risparmio complessivo sulle rate dei mutui variabili potrebbe aggirarsi intorno ai 150 euro al mese. Come abbiamo detto, per i mutui a tasso fisso l’impatto sarà almeno inizialmente meno evidente, anche se i mercati si aspettano comunque una discesa. Anche il Codacons ha fatto un po’ di conti e ha già comunicato che il risparmio sulla rata del mutuo potrebbe essere anche di 30 euro allorquando si parla di un finanziamento a tasso variabile per l’acquisto della prima casa.
Esperto di economia e finanza con una competenza consolidata nella redazione di articoli su temi economici, fiscali e finanziari.
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