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Ecco cosa succede quando una banca o una finanziaria rifiutano un prestito. Dopo quanto tempo conviene riprovare?
Di fronte a una richiesta di prestito rifiutata è fondamentale provare subito a capire quali potrebbero essere state le ragioni che hanno portato il creditore a non concedere il finanziamento. Altrettanto importante è conoscere le strategie più utili a evitare di andare incontro ad altri risultati deludenti.
Quando un consumatore non riesce a ottenere un prestito da una banca o da una finanziaria potrebbe innanzitutto provare a richiedere una liberatoria. Un documento che spiega il motivo del rifiuto da parte dell’ente creditizio. Tale attestazione non è obbligatoria: i creditori, dunque, possono anche non concederla. In generale, però, la maggior parte delle banche, delle fin-tech e delle finanziarie danno seguito a tali richieste. Oppure rilasciano il documento automaticamente. E così facendo illustrano al consumatore i motivi per cui la richiesta è stata rifiutata, annullata o estinta.
La liberatoria da parte del creditore potrebbe rivelarsi quindi illuminante per poter capire come intervenire e come comportarsi in futuro. Di base, si tratta di migliorare la propria affidabilità creditizia, concentrandosi sui punti critici che hanno o potrebbero aver spinto il creditore a non ritenere il richiedente come un interlocutore meritevole di un finanziamento.
Un problema potrebbe scaturire dal reddito insufficiente del richiedente. Se le entrate del consumatore non sono abbastanza alte per coprire le rate del prestito, l’ente creditizio potrebbe facilmente considerare l’interlocutore come un soggetto a rischio. E, di conseguenza, rifiutare la richiesta.
L’altra criticità comune riguarda una situazione lavorativa instabile come un contratto a termine o un lavoro precario. Conta poi anche lo storico creditizio. Se in passato il richiedente ha avuto ritardi nei pagamenti o è stato segnalato come cattivo pagatore nei SIC, è molto probabile che la richiesta di finanziamento potrebbe essere respinta. La richiesta non potrebbe andare a buon fine anche nel caso in cui il richiedente abbia già diversi prestiti attivi. Ci sono poi banche che pongono limiti di età per l’accesso al credito, soprattutto per prestiti a lungo termine.
Dopo un rifiuto si può sempre riprovare… Se la banca o la finanziaria rifiuta la richiesta di prestito, la domanda del consumatore viene inserita sotto forma di segnalazione nella banca dati del SIC del CRIF. Tale segnalazione resta attiva tramite registrazione per novanta giorni, dopodiché si cancella automaticamente.
Anche se la domanda di prestito è solo in fase di valutazione, sarà comunque registrata nel SIC di CRIF e resterà nel database per centottanta giorni. Di conseguenza, dopo un rifiuto, è meglio aspettare tre mesi giorni prima di fare una nuova richiesta, ovvero attendere che la segnalazione sparisca da sola. Le banche controllano sempre l’affidabilità creditizia dei clienti. Molti creditori online sono invece meno severi nelle loro analisi di merito creditizio. Dopo aver incassato un no da una banca, conviene dunque provare a cercare proposte alternativa, muovendosi al di fuori del contesto tradizionale.
Esperto di economia e finanza con una competenza consolidata nella redazione di articoli su temi economici, fiscali e finanziari.
Collabora regolarmente con testate online autorevoli come BlitzQuotidiano.it e Lamiapartitaiva.it, offrendo ai lettori approfondimenti chiari e dettagliati su argomenti complessi quali prestiti, gestione del denaro, normative fiscali e strategie per l’ottimizzazione delle risorse economiche.
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