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La domanda di mutui in Italia continua a crescere. I dati ufficiali parlando di un’impennata record del +20% nei primi sei mesi del 2025.
Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dunque, il mercato del credito immobiliare sta attraversando un periodo di evidente salute. Il dato va ovviamente analizzato. Secondo il barometro CRIF, il boom dei mutui non deve far abbandonare la cautela. Si prevede ancora crescita, ma tutte le banche manterranno verosimilmente un approccio prudente.
A dare slancio alla crescita della domanda dei mutui sono soprattutto le surroghe. I trasferimenti del mutuo da una banca all’altra, con possibilità di accedere a un tasso più conveniente, sono aumentate del +63,2% nel primo trimestre del 2025. Dopo la riduzione dei tassi d’interesse, dunque, tantissimi mutuatari si sono mossi rinegoziare il mutuo. La maggioranza è passata dal tasso variabile al tasso fisso, anche se negli ultimi mesi la distanza fra i due tassi si è molto accorciata.
Il CRIF ha esposto anche dati a proposito degli importi richiesti e delle fasce d’età coinvolte nei mutui. Secondo la Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria, oltre il 60% delle richieste riguarda mutui tra 100.000 e 300.000 euro. Nel 2025 sarebbe salito anche l’importo medio. Ora siamo sopra i 150.000 euro, con un incremento del +4,4% su base annua.
E chi richiede i mutui? I più giovani (fra i venticinque e i trentaquattro anni) occupano la fetta più grossa: il 31,6% del mercato. La fascia dai trentacinque ai quarantaquattro è al 31,3%. Dai quarantacinque ai cinquantaquattro, il 22%. Gli over 55 sono al 9,7%. La fascia più anziana, quella che va dai sessantacinque ai settantaquattro è all’1,8%.E, sempre secondo i dati esposti dal CRIF, oltre il 90% dei mutui ha una durata superiore ai 15 anni, con il 41,6% tra i venticinque e i trent’anni.
Secondo Simone Capecchi, Executive Director di CRIF: “Nel 2025 si prevede una crescita cauta del credito. Le famiglie torneranno a finanziare progetti di vita a lungo termine, ma le banche manterranno un approccio prudente, privilegiando la sostenibilità del debito“. Contano dunque anche le incertezze sul futuro (dazi, pericolo inflazione…).
Il fatto che le domande di mutuo siano cresciute del 20% nei primi sei mesi del 2025 non è semplicemente una questione economica ma esprime anche una rinnovata fiducia nel sistema da parte dei potenziali acquirenti. Ma attenzione: l’aumento delle richieste non indica necessariamente benessere. La società contemporanea sta imparando a convivere con i rischi e con l’indebitamento. E ora che i costi dei finanziamenti sembrano in discesa molti ne stanno approfittando per paura di poter perdere un’opportunità importante.
Se, come rivela l’analisi del CRIF quasi tutte le richieste prevedono piani di rimborso superiori ai quindici anni, significa che si è disposti a pagare più interessi per poter evitare una grossa spesa immediata. I soldi, magari, mancano. Ma si sfruttano soluzioni più diluite nel tempo per tenersi a galla e comprare lo stesso. E c’è anche un altro aspetto importante… domanda e concessione di mutui sono due cose diverse, e nel caso del 2025, la crescita riguarda la domanda, non necessariamente le concessioni. E nell’analisi del CRIF non ci sono dati ufficiali sulla crescita delle concessioni, quindi non possiamo dire se le banche stiano effettivamente approvando più mutui.
Esperto di economia e finanza con una competenza consolidata nella redazione di articoli su temi economici, fiscali e finanziari.
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