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Dal primo luglio 2025, banche e finanziarie convenzionate con INPS non possono più inviare documenti via PEC relativamente alla cessione del quinto.
Tutte le pratiche di rinegoziazione dovranno infatti essere gestite esclusivamente tramite la nuova piattaforma INPS. Gli operatori dovranno inserire direttamente online i codici di pagamento. Vale a dire il CRO, il codice di riferimento dell’operazione, e il TRN, cioè il transaction reference number. Dopodiché la pratica passerà allo stato “in attesa di validazione”, e sarò poi verificata dalla sede INPS competente.
Parliamo della procedura che permette ai pensionati di modificare o rinnovare un prestito già in corso, ottenuto tramite trattenuta diretta sull’assegno pensionistico, così come avviene nei contratti di cessione del quinto. La rinegoziazione consiste principalmente nell’estinzione anticipata del prestito in corso con la consequenziale stipula di un nuovo contratto con condizioni diverse. Quindi con importo differente, durata modificata e tasso aggiornato.
La rinegoziazione può avvenire sia internamente che esternamente. Nel primo caso tutto si risolve all’interno dello stesso istituto creditizio o con la stessa finanziaria. Quando la rinegoziazione avviene esternamente, si passa da un vecchio a un nuovo istituto di credito. E il nuovo prestito copre il debito residuo del precedente e può offrire della liquidità aggiuntiva al richiedente.
I referenti creditizi del pensionato devono girare all’INPS i dati del pagamento di estinzione. Prima lo facevano tramite PEC e ora non più… C’era in effetti un problema. Tutto il processo era contaminato da ritardi e rischi di errore. Di fatti le comunicazioni via PEC dovevano essere gestite manualmente dalle sedi territoriali INPS. E solo questo comportava ritardi nell’approvazione delle pratiche. Inoltre, l’inserimento manuale dei dati (come il CRO e il TRN) faceva aumentare il rischio di errori di trascrizione o di mancanza di dati.
La PEC non permetteva poi un monitoraggio in tempo reale dello stato della pratica. Ora i controlli saranno più precisi e più rapidi. L’INPS ha chiarito anche quali saranno le nuove tempistiche per le banche.
I creditori che intendono sottoporre ai clienti rinegoziazioni della cessione del quindo avranno sessanta giorni dalla ricezione della lettera di priorità per completare l’inserimento. Qualora non dovessero rispettare il termine indicato, la domanda sarà cassata. Cioè respinta in automatico. Ciò non vuol dire che la PEC sarà inutilizzabile.
La posta certificata resta infatti un canale sfruttabile per i creditori. Ma solo in due casi particolari. Il primo: per i pensionati con più piani di ammortamento nella Gestione pubblica. E poi per gli istituti non convenzionati con INPS, che continueranno a sfruttare le modalità tradizionali. Ecco dunque cosa sta succedendo con la cessione del quinto della pensione e perché è importante. A partire da luglio 2025, l’istituto di previdenza sociale ha introdotto la sua nuova piattaforma telematica che serve a sostituire in tutto e per tutto la PEC nella gestione delle pratiche di rinegoziazione dei prestiti.
Tramite il nuovo portale, i tempi di lavorazione delle pratiche saranno ridotti. Inoltre, l’INPS potrà controllare meglio tutti gli incartamenti e garantire maggiore trasparenza. Il vantaggio è anche per i pensionati, che potranno essere più sicuri e tutelati. E poi ci sarà un beneficio anche per quanto concerne gli sprechi di carta ed energia.
Esperto di economia e finanza con una competenza consolidata nella redazione di articoli su temi economici, fiscali e finanziari.
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