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Ci sono novità importanti per il fideiussore in caso di fallimento del debitore principale: decade il credito di regresso.
La sentenza della Corte di Cassazione del 6 marzo 2025, la n. 5964, chiarisce un punto assai importante riguardo al ruolo del fideiussore. Ovvero, il soggetto che garantisce il pagamento di un debito altrui. I giudici di legittimità hanno affermato che “in tema di concorso dei creditori, ai sensi dell’art. 61 comma 3 della Legge Fallimentare, il fideiussore non ha un credito di regresso prima del pagamento”. Di conseguenza, il fideiussore non può essere ammesso con riserva per un credito condizionale.
In tal senso, il diritto concorsuale del credito di regresso può essere ammesso al passivo “solo se e nella misura in cui sia già avvenuto il pagamento”. Per diritto di regresso s’intende la facoltà di chiedere al debitore principale il rimborso di quanto pagato al creditore. E, secondo la corte, questo diritto non sussiste se il fideiussore non ha ancora effettuato il pagamento al creditore garantito. Cosa significa? Che il diritto di regresso nasce solo dopo che il fideiussore ha effettivamente pagato il debito.
La sentenza evidenzia quindi che il diritto di regresso del fideiussore è subordinato al pagamento effettivo del debito. Una pronuncia che rafforza i principi di certezza e di trasparenza nelle procedure fallimentari. In questo senso nessun fideiussore può insinuarsi nello stato passivo del fallimento con riserva per un credito condizionale. Vale a dire per un credito che dipende da un evento futuro (nel caso specifico: il pagamento).
Il precedente orientamento giurisprudenziale ammetteva invece la cosiddetta insinuazione al passivo del fideiussore del fallito in base al proprio credito di regresso condizionatamente all’esecuzione del pagamento nei confronti del creditore del fallito. Lo faceva intendendo tale credito di regresso come preesistente alla dichiarazione di fallimento. Anche se tale credito risultava comunque inesigibile fino a quando il creditore del fallito non fosse stato soddisfatto.
Quindi, i fideiussori devono prima pagare il creditore garantito per poter poi chiedere il rimborso al debitore fallito. La legge non permetterà più loro di insinuarsi nello stato passivo del fallimento con una riserva basata su un credito solo condizionale. L’idea è che, per i debitori falliti, ci sia quindi un vantaggio…
Con la sentenza citata, dovrebbe scemare il fenomeno dei creditori che si insinuano nello stato passivo. Tutto ciò perché i fideiussori dovranno attendere di aver pagato prima di poter avanzare pretese. Inoltre, la decisione rafforza la posizione dei creditori principali, poiché il fideiussore deve soddisfare il loro credito prima di poter agire contro il debitore.
D’oggi in poi, i fideiussori, prima di intraprendere qualsiasi azione, dovranno valutare lo stato del fallimento del debitore per capire se ci sono effettive possibilità di recupero delle somme. Per vantare un diritto di regresso, gli interessati dovranno gioco forza aver effettivamente saldato il debito del debitore con il creditore garantito. E dovranno anche preoccuparsi di documentare il pagamento.
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