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Gli analisti sembrano in attesa di un nuovo taglio da 25 punti base: la novità porterebbe il tasso medio sui depositi al 2,25%.
A quanto pare, la Banca centrale europea potrebbe tagliare ancora i tassi d’interesse di 25 punti base. Nelle ultime ore si è infatti diffusa una voce relativa all’ennesima sforbiciata. Un altro taglio, nonostante le diverse speculazioni che si sono diffuse nelle scorse settimane a proposito di un atteggiamento più cauto da parte della BCE o di una pausa nel percorso di riduzione del tasso d’interesse.
Christine Lagarde, la presidente della Banca Centrale Europea, ha sempre sostenuto che i tagli dei tassi d’interesse vadono intesi oggi come una misura necessaria per affrontare le incertezze economiche globali e stimolare la crescita nell’Eurozona. Ciononostante, ha anche lasciato largamente intendere di non poter offrire alcun tipo di garazia sugli effetti a lungo termine della misura né sulla continuità del processo.
Tradotto: l’economia europea deve principalmente navigare a vista, affrontando con coraggio il periodo critico, fatto di continue tensioni geopolitiche e commerciali. Scopriremo giovedì 17 aprile se il Consiglio direttivo della Banca annuncerà davvero il settimo taglio consecutivo, anche se ormai nessuno, nell’ambiente del mercato, crede in un passo indietro.
Il tasso sui depositi dovrebbe quindi scendere al 2,25%. Parliamo dell’indicatore che influenza le rate dei mutui. Gli effetti positivi di tale taglio potrebbero rivelarsi soprattutto per quei mutuatari che hanno sottoscritto un contratto a tasso variabile. Ci si attende poi che la novità possa avvantaggiare chi sta pensando a richiedere un nuovo prestito.
Secondo gli analisti, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali dovrebbe calare dal 2,65% al 2,40%. Quanto al tasso sui prestiti marginali, con la novità dell’ultimo taglio in arrivo, la discesa dovrebbe esprimersi dal 2,90% al 2,65%.
Parlando poi dei probabili effetti del prossimo taglio dei tassi d’interesse deciso dalla BCE, sono attesi interessanti vantaggi su mutui, prestiti e investimenti. I mutui a tasso variabile dovrebbero essere i finanziamenti più influenzati, con una riduzione stimata delle rate mensili fino a 30 euro circa. Ma anche tutti i nuovi prestiti in generale dovrebbero rivelarsi più convenienti. Mentre per i mutui a tasso fisso si preannuncia un calo assai relativo.
E non è tutto. Pure per le azioni, il taglio dei tassi potrebbe essere positivo. Tutto ciò perché le imprese dovrebbero avere più facilità a ottenere prestiti e a investire. Per i bond, invece, il calo dei tassi produrrebbe una riduzione delle cedole, rendendo meno vantaggiosi i bond a breve termine. Quanto ai bond a lungo termine, parliamo di strumenti influenzati da fattori più complessi.
Esperto di economia e finanza con una competenza consolidata nella redazione di articoli su temi economici, fiscali e finanziari.
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